domenica 21 ottobre 2018

STUDENTE NEOARRIVATO: COME ORGANIZZARE LA FASE DI ACCOGLIENZA?


Nella vostra classe - o nel vostro istituto scolastico - si è appena iscritto uno studente neoarrivato ed ora vi state chiedendo quali siano le prime azioni da compiere? Questa è una delle domande ricorrenti che si pone un insegnante e così ho pensato di elencare tre semplici consigli per muovere i primi passi nell'organizzare l'accoglienza dello studente, coinvolgendo e rendendo partecipi delle decisioni prese i vostri colleghi.

Si tratta, ovviamente, di indicazioni generali, nella consapevolezza che ogni situazione dovrebbe essere analizzata nello specifico, considerando ad esempio l'età dello studente, il paese di provenienza, il suo percorso scolastico pregresso e quello attuale, la motivazione all'apprendimento di una nuova lingua ed il contesto scolastico e familiare, solo per citare alcuni aspetti che non dovrebbero mai essere trascurati.

Ecco quindi i miei suggerimenti, pratici ed immediati, che mi sento di condividere con voi: siete pronti?



1. Leggere la normativa di riferimento

Nella scuola dell'autonomia, ogni istituto scolastico ha ampia libertà nell'impostare attività mirate all'inclusione degli studenti stranieri, tuttavia ritengo fondamentale la conoscenza della normativa di riferimento per essere consapevoli di quello che si può e di quello che non è possibile fare.

Nel 2014, l'ufficio "Immigrazione, orientamento e lotta all'abbandono scolastico" del MIUR ha emanato le Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri, rielaborando una precedente stesura risalente al 2006. Il documento (qui il link diretto) è diviso in due parti: nella prima si descrive il contesto relativo al "pianeta alunni stranieri" (alunni con cittadinanza non italiana, alunni con ambiente familiare non italofono, minori non accompagnati, alunni figli di coppie miste, alunni arrivati per adozione internazionale, alunni appartenenti a gruppi di origine nomade, studenti universitari con cittadinanza straniera), mentre nella seconda parte è possibile trovare indicazioni di carattere più operativo, in quanto le tematiche affrontate spaziano dalle modalità di accoglienza ed iscrizione, al coinvolgimento e alla partecipazione delle famiglie, alla valutazione (con particolare riferimento agli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione), all'orientamento nella scelta del percorso formativo ed al fenomeno dei ritardi scolastici degli studenti di origine straniera, alla formazione del personale scolastico ed al sistema di istruzione degli adulti per contrastare l'abbandono scolastico.

La sezione delle Linee guida che proprio non dovete saltare? Quella relativa al punto 6, in cui si affronta la tematica dell'insegnamento dell'italiano come lingua seconda (vista l'importanza, presto scriverò un post dedicato): il mio consiglio è quello di leggere attentamente le indicazioni riportate in questa sezione ed invitare soprattutto i colleghi meno sensibili (o preparati) all'accoglienza degli studenti non italofoni a fare altrettanto, in quanto sono elencate soluzioni organizzative e didattiche che tutti dovrebbero conoscere e seguire.



2. Contattare un mediatore linguistico-culturale e/o attivare progetti di peer to peer

Se lo studente neoarrivato parla una lingua tipologicamente distante dall'italiano (ed esempio se si esprime solamente in cinese, arabo o hindi), probabilmente avrete maggiori difficoltà ad interagire con lui rispetto ad uno studente che conosce l'inglese (lingua ponte per eccellenza!), oppure si esprime correttamente in francese o in spagnolo.

Per questo motivo mi sento di consigliarvi, tra le azioni principali da intraprendere, quella di contattare un mediatore linguistico-culturale, in modo da superare le barriere comunicative iniziali. Il mediatore è un professionista che opera in diversi ambiti ed è competente sia in lingua italiana che in una o più lingue straniere; è inoltre un esperto in grado di mediare tra due culture differenti. Nel contesto scolastico, l'intervento del mediatore può essere richiesto in fase di accoglienza per condividere con la famiglia le caratteristiche del sistema scolastico italiano ed il funzionamento della vostra scuola, nonché per accertare le competenze in ingresso dello studente nella sua lingua madre, mentre in una fase successiva il mediatore potrebbe favorire l'integrazione e l'inclusione degli alunni stranieri all'interno del gruppo classe proponendo, ad esempio, delle attività interculturali per sensibilizzare gli studenti alla conoscenza ed al rispetto di tradizioni ed usanze diverse tra loro.

Non sempre, tuttavia, le istituzioni scolastiche hanno la disponibilità economica per attivare una collaborazione con un mediatore (di solito è sufficiente un pacchetto orario di 15-20 ore) e quindi una soluzione alternativa, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, potrebbe essere quella di attivare un progetto di peer to peer che veda coinvolto lo studente neoarrivato e un compagno - possibilmente della stessa nazionalità - più esperto e competente in italiano, che abbia alle spalle un percorso migratorio simile (vi lascio qui il link relativo alla descrizione di un'esperienza di peer to peer a supporto degli alunni stranieri nelle scuole superiori del Comune di Bologna, secondo me molto valida).



3. Rivolgersi al CPIA di competenza

Come ultimo suggerimento, vi consiglio di contattare il CPIA di competenza, in particolare se lo studente neoarrivato è maggiore di 16 anni. Solitamente i Centri Provinciali per l'Istruzione agli Adulti hanno sede nei capoluoghi di provincia, ma grazie alle sedi esterne/associate sono presenti capillarmente sul territorio e probabilmente ci potrebbe essere un corso nel vostro comune (o in quello limitrofo) senza che voi ve ne siate mai accorti! I CPIA organizzano sia corsi di alfabetizzazione linguistica di vario livello, sia percorsi volti al conseguimento della licenza media, che il vostro alunno potrebbe frequentare in orario pomeridiano per rinforzare le sue competenze linguistiche-comunicative.

Trovo sia fondamentale attuare dei protocolli di intesa e di collaborazione tra le scuole del territorio ed il CPIA in modo da contrastare la dispersione scolastica degli studenti stranieri, spesso in difficoltà nel seguire lezioni troppo impegnative per quanto riguarda il contenuto linguistico.



Questi consigli vi sembrano utili per impostare l'accoglienza degli studenti neoarrivati? Quali sono le buone prassi che vengono attuate nella vostra scuola?

Nessun commento:

Posta un commento