Nella
vostra classe - o nel vostro istituto scolastico - si è appena iscritto uno studente neoarrivato ed ora vi state
chiedendo quali siano le prime azioni da compiere? Questa è una delle domande
ricorrenti che si pone un insegnante e così ho pensato di elencare tre semplici consigli per muovere i
primi passi nell'organizzare
l'accoglienza dello studente, coinvolgendo e rendendo partecipi delle
decisioni prese i vostri colleghi.
Si
tratta, ovviamente, di indicazioni
generali, nella consapevolezza che ogni situazione dovrebbe essere analizzata nello specifico,
considerando ad esempio l'età dello
studente, il paese di provenienza, il
suo percorso scolastico pregresso e
quello attuale, la motivazione
all'apprendimento di una nuova lingua ed il contesto
scolastico e familiare, solo per citare alcuni aspetti che non dovrebbero mai essere
trascurati.
Ecco
quindi i miei suggerimenti, pratici ed immediati,
che mi sento di condividere con voi: siete pronti?
1. Leggere la normativa di riferimento
Nella
scuola dell'autonomia, ogni istituto scolastico ha ampia libertà nell'impostare
attività mirate all'inclusione degli studenti stranieri, tuttavia ritengo
fondamentale la conoscenza della normativa di riferimento per essere consapevoli di quello che si può e di
quello che non è possibile fare.
Nel
2014, l'ufficio "Immigrazione,
orientamento e lotta all'abbandono scolastico" del MIUR ha emanato le Linee guida per l'accoglienza e
l'integrazione degli alunni stranieri, rielaborando una precedente stesura risalente
al 2006. Il documento (qui il link diretto) è diviso in due
parti: nella prima si descrive il contesto relativo al "pianeta alunni stranieri" (alunni con cittadinanza non
italiana, alunni con ambiente familiare non italofono, minori non accompagnati,
alunni figli di coppie miste, alunni arrivati per adozione internazionale,
alunni appartenenti a gruppi di origine nomade, studenti universitari con
cittadinanza straniera), mentre nella seconda parte è possibile trovare indicazioni di carattere più operativo, in
quanto le tematiche affrontate spaziano dalle modalità di accoglienza ed iscrizione, al coinvolgimento e alla partecipazione delle famiglie, alla valutazione (con particolare
riferimento agli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione),
all'orientamento nella scelta del
percorso formativo ed al fenomeno dei ritardi
scolastici degli studenti di origine straniera, alla formazione del personale scolastico ed al sistema di istruzione degli adulti per contrastare
l'abbandono scolastico.
La
sezione delle Linee guida che proprio non dovete saltare? Quella relativa al
punto 6, in cui si affronta la tematica dell'insegnamento dell'italiano come lingua seconda (vista l'importanza,
presto scriverò un post dedicato): il mio consiglio è quello di leggere
attentamente le indicazioni riportate in questa sezione ed invitare soprattutto
i colleghi meno sensibili (o preparati) all'accoglienza degli studenti non
italofoni a fare altrettanto, in quanto sono elencate soluzioni organizzative e didattiche che tutti dovrebbero conoscere
e seguire.
2. Contattare un mediatore
linguistico-culturale e/o attivare progetti di peer to peer
Se
lo studente neoarrivato parla una lingua tipologicamente distante dall'italiano
(ed esempio se si esprime solamente in cinese, arabo o hindi), probabilmente
avrete maggiori difficoltà ad interagire con lui rispetto ad uno studente che conosce
l'inglese (lingua ponte per eccellenza!), oppure si esprime correttamente in
francese o in spagnolo.
Per
questo motivo mi sento di consigliarvi, tra le azioni principali da
intraprendere, quella di contattare un mediatore
linguistico-culturale, in modo da superare le barriere comunicative
iniziali. Il mediatore è un professionista che opera in diversi ambiti ed è competente
sia in lingua italiana che in una o più lingue straniere; è inoltre un esperto
in grado di mediare tra due culture differenti. Nel contesto scolastico,
l'intervento del mediatore può essere richiesto in fase di accoglienza per
condividere con la famiglia le caratteristiche
del sistema scolastico italiano ed
il funzionamento della vostra scuola, nonché per accertare le competenze in ingresso dello studente nella sua lingua madre, mentre in una
fase successiva il mediatore potrebbe favorire l'integrazione e l'inclusione
degli alunni stranieri all'interno del gruppo classe proponendo, ad esempio,
delle attività interculturali per
sensibilizzare gli studenti alla conoscenza ed al rispetto di tradizioni ed
usanze diverse tra loro.
Non
sempre, tuttavia, le istituzioni scolastiche hanno la disponibilità economica
per attivare una collaborazione con un mediatore (di solito è sufficiente un
pacchetto orario di 15-20 ore) e quindi una soluzione alternativa, soprattutto
nelle scuole secondarie di secondo grado, potrebbe essere quella di attivare un
progetto di peer to peer che veda
coinvolto lo studente neoarrivato e un compagno - possibilmente della stessa nazionalità
- più esperto e competente in italiano, che abbia alle spalle un percorso
migratorio simile (vi lascio qui
il link relativo alla descrizione di un'esperienza di peer to peer a supporto
degli alunni stranieri nelle scuole superiori del Comune di Bologna, secondo me
molto valida).
3. Rivolgersi al CPIA di
competenza
Come
ultimo suggerimento, vi consiglio di contattare il CPIA di competenza, in
particolare se lo studente neoarrivato è maggiore di 16 anni. Solitamente i Centri Provinciali per l'Istruzione agli
Adulti hanno sede nei capoluoghi di provincia, ma grazie alle sedi esterne/associate
sono presenti capillarmente sul
territorio e probabilmente ci potrebbe essere un corso nel vostro comune (o
in quello limitrofo) senza che voi ve ne siate mai accorti! I CPIA organizzano sia corsi di alfabetizzazione linguistica di vario
livello, sia percorsi volti al conseguimento della licenza media, che il vostro alunno potrebbe frequentare in orario
pomeridiano per rinforzare le sue competenze linguistiche-comunicative.
Trovo
sia fondamentale attuare dei protocolli di intesa e di collaborazione tra le scuole
del territorio ed il CPIA in modo da contrastare
la dispersione scolastica degli studenti stranieri, spesso in difficoltà
nel seguire lezioni troppo impegnative per quanto riguarda il contenuto
linguistico.
Questi
consigli vi sembrano utili per impostare l'accoglienza degli studenti
neoarrivati? Quali sono le buone prassi che vengono attuate nella vostra
scuola?
Nessun commento:
Posta un commento